Quale è il problema ?
Il diritto all’accesso ai servizi sanitari italiani e ad un equo rimborso delle spese sanitarie è diventato un tema molto importante ed è divenuto critico durante la pandemia per tutto il personale del JRC ad Ispra.
Questo messaggio vuole tentare di fornire un primo quadro della situazione riguardo l’importante dossier della tessera sanitaria nazionale italiana, quale sia la posizione della CONF FIR e spiegare perché è importante che TUTTI i funzionari della Commissione Europea con sede di lavoro in Italia (stranieri residenti e italiani e relative famiglie) siano informati su questo argomento.
In Italia si può avere accesso a cure sanitarie senza la tessera sanitaria italiana, SSN (Servizio Sanitario Nazionale)?
Sì, è possibile, ma non per tutte le cure.
Senza la tessera SSN tutto diventa più difficile.
Con la pandemia sono state attuate delle soluzioni ad hoc per dare a tutti la possibilità di accedere alla vaccinazione da parte di chi non è in possesso della tessera sanitaria.
Purtroppo delle difficoltà di accesso al vaccino al momento permangono per coloro che non risiedono nel territorio della ATS Insubria.
Nella normalità, molti colleghi ci contattano per i diversi problemi di accesso alle normali cure sanitarie, ad esempio: l’accesso al medico di famiglia o al pediatra diventa subordinato al possesso da parte del medico della partita iva, per erogare prestazioni a pagamento o comunque subordinato all’interesse del medico ad erogare un servizio del genere; esistono alcuni farmaci speciali che non possono essere venduti dalle farmacie e sono erogati solo negli ospedali, sotto precisi protocolli definiti dal Ministero, a cui si deve essere sottoposti per accedervi.
Questi farmaci quindi non sono concepiti per essere venduti al di fuori dei protocolli del SSN.
La compilazione del libretto vaccinale dei nostri figli (o nostro) è a carico nostro, non automatica come per chi ha la tessera sanitaria.
Non tutte le strutture sanitarie italiane sono organizzate per fornire i servizi erogati come Sistema Sanitario Nazionale anche in maniera privatistica (pazienti “solventi”, a pagamento).
Molti colleghi hanno segnalato importanti problemi con plafond e limiti di copertura del RCAM, lasciando in carico ai singoli ingenti spese sanitarie o rifiutando in toto il rimborso, a volte per cavilli burocratici o interpretazioni mediche.
In casi ricorrenti, a molti colleghi che volevano pagare come “solventi” (in particolare in ospedale) è stato risposto che era meglio esibire la tessera sanitaria nazionale e che la possibilità di pagare come solventi era poco pratica o non disponibile.
Qual è il problema tra il personale della Commissione Europea e il Ministero della Salute italiano?
Dalla documentazione a nostra disposizione si evince che Il Ministero della Salute italiano abbia espresso delle affermazioni ed una interpretazione legale a nostro giudizio opinabili e non consistenti con le basi legali.
In particolare il Ministero asserisce: Che l’assicurazione sanitaria della Commissione Europea (RCAM, Regime Comunitario di Assicurazione Malattia), con cui il personale della Commissione Europea ha un rimborso parziale delle spese sanitarie, sia un servizio di erogazione di prestazioni sanitarie primario di uno stato membro dell’unione europea, equivalente al SSN italiano (Su questa interpretazione creativa ci sarebbe molto da discutere).
Che non vi sia diritto alla tessera sanitaria adducendo come motivazione da una parte la copertura assicurativa primaria RCAM e dall’altra parte che “ tali funzionari e agenti dell’unione europea non ricadono nell’ambito di applicazione dei regolamenti di sicurezza sociale ( Reg. CE 883/2004 e Reg CE 987/2009)”. Altra interpretazione soggettiva ed erronea che si riferisce a regolamenti sui sistemi di sicurezza sociale, e che esula dai sistemi sanitari e diritto alle cure sanitarie.
Sulla base di questa pronuncia, la Regione Lombardia e ATS Insubria hanno già iniziato a ritirare ad alcuni colleghi le tessere sanitarie in possesso, affermando “la possibilità di iscrizione volontaria tramite versamento di contributo forfettario pari ad Euro 2.789” annui, somma non coperta da alcun accordo con RCAM.
Qual è la posizione di Conf-fir su questo importante dossier?
La tessera sanitaria SSN è un diritto di tutti i cittadini residenti in Italia che non hanno una copertura sanitaria di un altro stato membro dell’unione europea. L’assicurazione sanitaria RCAM non è equivalente al servizio sanitario nazionale italiano essere affiliati ad una copertura assicurativa obbligatoria (RCAM) non può escludere il diritto ad essere iscritti al SSN.
RCAM non eroga prestazioni sanitarie o farmaci né esegue campagne di prevenzione sanitaria.
RCAM è un’assicurazione che si limita a rimborsare parzialmente alcune spese sanitarie, con plafond e limiti inadeguati.
Il Sistema Sanitario Nazionale italiano eroga direttamente servizi, farmaci e prestazioni sanitarie. Il personale della Commissione Europea che risiede in Italia contribuisce al finanziamento del SSN, attraverso le tasse Comunali Regionali e Nazionali pagate in Italia.
Inoltre la legge di costituzione del sito (legge 906/60) ed il protocollo privilegi e immunità dell’Unione Europea definiscono chiaramente gli accordi bilaterali con gli stati membri per quanto riguarda il regime fiscale dei dipendenti della commissione Europea.
Cosa chiede e propone il nostro sindacato a CONF-FIR: CONF FIR chiede in maniera propositiva e fattuale di poter aiutare l’amministrazione DG HR / PMO, di aprire un tavolo di concertazione congiunta e chiede con forza di essere coinvolta e ricevere tutta la documentazione intercorsa con il Ministero della salute, regione Lombardia e ATS Insubria. L’appoggio e sostegno di tutti i colleghi è fondamentale per far sentire la nostra voce forte e chiara
Diritto alla salute dei cittadini residenti in Italia